
Abbiamo pensato, così, di non
intervistare personaggi "illustri", ma di voler leggere il
discorso papale e il valore dell'evento con gli occhi di un
giovane, Valentino Vilone, 24enne, laureato in Scienze della
Comunicazione e specializzando in giornalismo ed editoria.
Quali sono le potenzialità sociali dei mezzi di comunicazione?
«Sono
potenzialità illimitate. A mio modo di vedere lo sono
dall'invenzione della radio e del cinema. Basti vedere l'utilizzo
che ne hanno fatto i totalitarismi prima e durante la seconda guerra
mondiale. Con lo sviluppo delle nuove tecnologie, in particolare
nell'ultimo ventennio, il loro impatto è aumentato a
dismisura. Ogni cosa per esistere deve passare attraverso i nuovi
mezzi di comunicazione. E non mi sembra che la gente se ne renda
conto a pieno».
Benedetto
XVI nel suo discorso indica la vocazione dei media al servizio di un
mondo più giusto e solidale. Pensa sia una possibilità
reale? Ha idee per attualizzarla?
Benedetto
XVI, come anche Giovanni Paolo II, ha molto a cuore questo argomento.
È innegabile che i media siano uno strumento necessario allo
sviluppo di un mondo equo e solidale. Un giusto utilizzo delle nuove
tecnologie potrebbe formare idee e società migliori di quelle
che attualmente dominano il nostro mondo. Ma i risultati ci dicono
che è un obiettivo ancora molto distante, c'è stato
un liberalismo eccessivo nel campo delle nuove tecnologie. Il cammino
è lungo. Lo stesso Papa scrive che "la comunicazione
sembra avere talora la pretesa non solo di rappresentare la realtà,
ma di determinarla grazie al potere e alla forza di suggestione che
possiede". Le idee per migliorare l'impatto dei mass media
sulla nostra vita ci sono, non penso ci sia, però, la volontà
- da parte soprattutto degli imperi economici - di realizzarle».
I
nuovi media stanno modificando il volto stesso della comunicazione,
continua il Papa nel suo discorso augurandosi che sia un'occasione
preziosa per ridisegnarlo. Come?

I
mezzi di comunicazione al bivio tra protagonismo e servizio. Come
pensa il suo futuro nel mondo dei media? Le due strade sono possibili
da percorrere contemporaneamente?
«Quando
c'è protagonismo il servizio viene inevitabilmente a
mancare. Secondo me una cosa esclude l'altra. Io personalmente non
sono un Internet dipendente; apprezzo i moltissimi lati positivi che
ha ma cerco di utilizzare le nuove tecnologie in modo contenuto.
Questo è un altro grande limite: stiamo diventando tutti
schiavi dei new media. Se non hai il cellulare, se non chatti in
rete, se non hai l'ultimo modello di ipod sei un emarginato. Non è
questo il mondo in cui mi riconosco».
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